La Pinacoteca
I grandi maestri della pittura italiana
23 febbraio 2024
30 giugno 2024
23 febbraio 2024
30 giugno 2024
Lun.-ven. 09.00 – 19.00
Sab. dom. festivi 09.00 – 20.00
0425 460093
info@palazzoroverella.com
Lasciati accompagnare alla scoperta di un percorso straordinario che attraversa i capolavori di quattro secoli, nella collezione più prestigiosa della città. Un viaggio affascinante e ricco di suggestioni alla scoperta di alcuni dei momenti in cui l’arte italiana ha raggiunto la sua massima bellezza.
Dal Gotico a Giovanni Bellini, dal Cinquecento veneto ai più importanti pittori veneziani del Settecento. Le sale di Palazzo Roverella ospitano una rassegna di dipinti capace di offrire un panorama quasi da manuale di storia dell’arte. Un percorso straordinario che attraversa i capolavori di quattro secoli, nella collezione più prestigiosa della città. Tutto questo grazie alla passione per la pittura di alcune nobili famiglie rodigine che, con le loro donazioni, ci permettono oggi di ammirare una raccolta unica che racchiude alcuni capolavori dei più grandi maestri della pittura italiana come Giovanni Bellini, Tiziano Vecellio, Jacopo Tintoretto e Giambattista Tiepolo. Lasciati sedurre dallo splendore della pittura italiana.
Giovanni Bellini, Cristo portacroce
Malgrado il suo coinvolgimento in travagliate vicende politico-militari, Venezia nel Cinquecento è agiata e potente, cosmopolita e laica, capace di promuovere fermenti artistici e culturali.
I pittori che operano nella città lagunare dell’epoca sono di tale valore da imporre la scuola veneta come espressione di nuove tendenze figurative e cromatiche. Un rinnovamento espressivo che richiama numerosi artisti anche dalle province occidentali della Repubblica Veneta.
Il più abile e fortunato è Palma il Vecchio, presente in mostra con una ‘Devota meditazione’, (destinata cioè alla contemplazione personale) raffigurante la Madonna con il Bambino tra i santi Gerolamo ed Elena. Un’opera collocabile attorno alla metà del secondo decennio del XVI secolo quando Palma è ancora influenzato dal tardo Bellini.
Giuseppe Nogari, Ritratto di Giovanni Tommaso Minadois
Per l’Accademia dei Concordi il Settecento è secolo di rinascita. Ottenuta la protezione da parte di Venezia, i suoi rappresentanti possono rivolgersi al mondo dell’arte per onorare con dei ritratti le personalità che hanno dato lustro alla città, nonché gli stessi nobili protettori.
Il canonico Ludovico Campo ha l’incarico di contattare gli artisti e commissionare le opere: si orienta verso Venezia, così da affidarsi ai pittori più celebri del momento.
Bartolomeo Nazzari, Ritratto del doge Alvise Pisani
Giambattista Tiepolo esegue il Ritratto di Antonio Riccobono: all’apice della carriera, concepisce un ritratto di grande forza espressiva e privo di qualsiasi enfasi celebrativa. Nel 1745 Giambattista Piazzetta dipinge il Ritratto di san Gaetano da Thiene, protettore dell’Accademia. Mentre, del 1759 è il Giulio Contarini da Mula di Alessandro Longhi, capolavoro della ritrattistica veneta dell’epoca, sia per forza introspettiva che per la tecnica sfumata dei colori, simile ai pastelli di Rosalba Carriera.
Giovanni Biasin, Panorama di Venezia, diorama (dettaglio)
Un dipinto su carta delle dimensioni di 22 metri di lunghezza e 1,75 di altezza che raffigura una spettacolare veduta del bacino di San Marco, realizzato da Giovanni Biasin in occasione dell’Esposizione Universale di Venezia del 1887. In quel periodo le vedute panoramiche erano molto di moda e Biasin durante i suoi numerosi viaggi in Europa, specie in occasione di Esposizioni cui ebbe l’opportunità di partecipare, poté trarne ispirazione. Sembra che per realizzarla Biasin abbia utilizzato degli schizzi realizzati da una barca all’interno del bacino di San Marco per poi definire l’opera in laboratorio, dove unì mirabilmente le varie sezioni della veduta.