8 Marzo 2023
Inaugurata a Rovigo la mostra su Renoir e la sua “moderna classicità”
Il “secondo” Renoir, tra capolavori e dialoghi
Il 26 febbraio ha aperto al pubblico la mostra “Renoir. L’alba di un nuovo classicismo”. 47 capolavori del Maestro di Limoges selezionati dal curatore Paolo Bolpagni e accostati alle opere di giganti del passato quali Carpaccio, Tiziano, Romanino, Rubens, Tiepolo, Ingres, nonché suoi coevi come Boldini, De Nittis, Zandomeneghi e artisti di generazioni successive come De Chirico, De Pisis e Carrà tra gli altri. Un percorso di ricerca e parallelismi per approfondire la “seconda” e meno nota fase artistica del pittore, contraddistinta dall’allontanamento dalla poetica e dagli stilemi dell’Impressionismo in favore di un nuovo modello pittorico dal gusto classicheggiante e neo-rinascimentale, che si può racchiudere nella definizione di “moderna classicità”.
Palazzo Roverella, ingresso della mostra
La giornata
Ricca la giornata di inaugurazione che ha preceduto l’apertura al pubblico. Nella giornata di venerdì 25 febbraio hanno avuto luogo infatti la conferenza stampa di presentazione con gli interventi del Sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo, del Presidente di Fondazione Cariparo Gilberto Muraro, del curatore Paolo Bolpagni e di Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo. Il Sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo, il Presidente di Fondazione Cariparo Gilberto Muraro e il Direttore Regionale Veneto Ovest e Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo Cristina Balbo hanno poi introdotto con i saluti istituzionali lo spettacolo teatrale della sera, momento clou della cerimonia di inaugurazione: al Teatro Sociale di Rovigo oltre 630 persone hanno gremito platea e palchi per assistere alla “performance” sviluppata dal curatore Paolo Bolpagni, che ha condotto il pubblico alla scoperta di un Renoir diverso e meno noto, accompagnato dall’interpretazione di Vasco Mirandola e dalla musica di Debussy suonata al pianoforte da Beatrice Barison.
Vasco Mirandola e Beatrice Barison durante lo spettacolo al Teatro sociale di rovigo
Le parole di Paolo Bolpagni
«È un’operazione difficile quella di mostrare Renoir sotto una luce nuova», spiega il curatore Paolo Bolpagni, «abbiamo indagato aspetti che non erano stati sufficientemente approfonditi come ad esempio la fortuna italiana, opere di artisti italiani che al tardo Renoir si sono ispirati. C’è quindi uno sguardo profondamente italiano in questa mostra, non in senso nazionalistico, ma per mettere a fuoco dei temi finora poco toccati». Proprio il viaggio in Italia del 1881 è individuato come punto medio attorno a cui ruota l’idea espositiva: partito durante una fase di profonda inquietudine creativa, Renoir è affascinato dall’arte del Belpaese, che attraversa da nord a sud avvicinando e apprezzando dal vivo l’opera dei Maestri rinascimentali e l’archeologia pompeiana, la “semplicità e grandezza” degli affreschi di Villa Farnesina e la luce mediterranea. Fu l’alba di una rivoluzione stilistica che condusse Renoir ad essere il precursore del gusto pittorico destinato ad affermarsi tra negli anni tra le due guerre.
Il curatore della mostra Paolo Bolpagni
«Un viaggio nel quale Renoir trae un insegnamento fondamentale: la tradizione non è qualcosa di vecchio né superato, né qualcosa che va copiato, ma va compreso. La Baigneuse blonde, la 22enne francese che è l’immagine della mostra non è più la giovane modella parigina, ma è una ricerca di assoluto, di eternità»
Paolo Bolpagni
Il Presidente Muraro: “cultura e non solo divulgazione”
Una mostra innovativa, che “propone cultura e non solo divulgazione”, afferma il Presidente di Fondazione Cariparo Gilberto Muraro, che aggiunge come siano già state ricevute “più di 10.000 prenotazioni di visite” a testimonianza dell’attesa e dell’interesse che la mostra ha suscitato nel pubblico già prima della sua inaugurazione. Sono più di 6000 invece gli ingressi registrati nei primi undici giorni di mostra, un ottimo inizio che premia l’originalità e la cura della proposta.