17 Gennaio 2023
L’alba di un nuovo classicismo: dal 25 febbraio, al Roverella un Renoir inedito
È una mostra davvero originale “Renoir. L’alba di un nuovo classicismo”, curata da Paolo Bolpagni, che animerà Palazzo Roverella dal 25 febbraio al 25 giugno 2023.
Una mostra che indagherà il momento successivo alla breve esperienza impressionista, a partire dal momento in cui l’artista, spinto da una profonda inquietudine creativa, decise di intraprendere un viaggio in Italia. Era il 1881. Un tour che partì da Venezia, dove a colpirlo furono soprattutto Carpaccio e Tiepolo, e che proseguì per brevi tappe a Padova e Firenze, trovando mete fondamentali a Roma e Napoli.
Nell’Italia meridionale, Renoir fu travolto dalla forza della luce mediterranea, sviluppò un’ammirazione per i maestri rinascimentali, scoprì le pitture pompeiane, fu rapito dalla bellezza dell’isola di Capri e quasi soggiogato dai capolavori antichi esposti nel museo archeologico. Era l’alba di un nuovo stile.
Il viaggio in Italia condusse quindi Renoir verso una rivoluzione creativa che culminerà nell’abbandono della tecnica e della poetica impressioniste: dalla joie de vivre delle scene di divertimento della borghesia parigina degli anni Settanta, l’artista francese passò quindi a uno stile aigre, aspro, che avrebbe unito la lezione di Raffaello con quella di Ingres. A queste nuove suggestioni il pittore associò la scelta tecnica di un tratto nitido e l’attenzione alle volumetrie e alla monumentalità delle figure, caratteristiche che definivano una personale e moderna forma di classicismo.
Lasciando spazio a questa nuova sensibilità, fatta di toni caldi e scintillanti,in cui ritroviamo riferimenti al mito e l’esaltazione della poetica degli affetti familiari, Renoir anticipava vari aspetti del “ritorno all’ordine” che si sarebbe affermato tra le due guerre.
La mostra si concentrerà soprattutto su questa seconda fase della carriera di Renoir, a partire dal ritorno dal viaggio in Italia, fino alle opere della vecchiaia. Aprendo con il grande studio preparatorio del celeberrimo Moulin de la Galette, la mostra racconterà, anche dialogando con le opere di altri importanti artisti, l’evoluzione della sua pittura nei successivi sviluppi: dalla figurazione “neorinascimentale” ai paesaggi della Provenza e della Costa Azzurra, senza trascurare il fil rouge del racconto biografico delle vicende personali dell’artista, anche sulla scia della biografia che il figlio, il grande cineasta Jean, dedicò al padre all’inizio degli anni Sessanta del Novecento.