L'arte dal Simbolismo alle Avanguardie

Una sinfonia di capolavori
È davvero possibile ascoltare la musica con gli occhi? Si può dare forma al suono e colore all’invisibile?
Domande come queste hanno generato una lunga storia di relazioni tra le arti figurative e quelle sonore. Le abbiamo esplorate. E siamo pronti a raccontartele con un "approccio polifonico".
Scoprirai capolavori di grandi maestri come Kandinskij, Renoir, Chagall, Klee, Kokoschka, Boccioni, Balla, Segantini, Casorati, oltre a preziosi disegni di Picasso, Klimt e Le Corbusier.
Musica per i tuoi occhi!
Armonie e “sinfonie cromatiche”
Orari
Ti aspettiamo dal 1 aprile 2021.
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dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00
sabato, domenica e i giorni festivi dalle 9.00 alle 20.00
Dal Simbolismo alle avanguardie
Quella tra la musica e le arti visive è una lunghissima storia di relazioni.Ma è solo alla fine dell’Ottocento che il loro rapporto conosce una vera rivoluzione, iniziata nel 1880 con il Simbolismo e terminata, insieme alle avanguardie, attorno al 1940.
È questo l’arco di tempo che la mostra, curata da Paolo Bolpagni, esplora e racconta con una sinfonia di capolavori, quasi centosettanta, provenienti da quaranta musei e altrettanti prestatori privati.
Da Vasilij Kandinskij a Pierre-Auguste Renoir, Marc Chagall, Paul Klee, Giacomo Balla, Mario Sironi, Gino Severini, Alberto Savinio, Felice Casorati, oltre a preziosi disegni di Pablo Picasso, Gustav Klimt e Le Corbusier.
Simbolismo
Affascinata dalle dimensioni più profonde e misteriose dell’esistenza, l'aspirazione del Simbolismo era quella di creare un’emozione e uno stato d’animo analoghi a quelli suscitati dalla musica.Paesaggi ispirati ai “notturni” di Chopin o ai “chiari di Luna” di Beethoven, dove la realtà fisica si traduce in immagini che avvolgono luoghi e figure in un’unità di armonie e “sinfonie cromatiche”. Ma anche il mito del musicista come eroe travagliato e folle. Titanico, come Richard Wagner, o maledetto, come Beethoven.

Wagnerismo
Nessun musicista è stato così determinante come Richard Wagner nell’orientare non solo la musica ma la cultura tutta.La potenza evocativa dei suoi drammi, il suo ideale di “opera d’arte totale”, la sua stessa persona, hanno ispirato una sterminata produzione di quadri, stampe, incisioni, sculture e illustrazioni.

Il mito di Beethoven
Una folta chioma arruffata, l’aspetto minaccioso, l’espressione cupa e pensierosa. Il Simbolismo porterà anche alla riscoperta di Beethoven, l'emblema del musicista folle, maledetto, genio incompreso.Ma Beethoven non fu solo corpo: il compositore diventa il motore immobile, invisibile, di opere in cui protagonista è la sua musica o addirittura la sua assenza.

L'opera lirica italiana
I compositori italiani di opere liriche non ebbero altrettanta influenza sulle arti figurative.Il cambiamento della sensibilità artistica a cavallo del Novecento, inoltre, modificò profondamente il modo di percepire, trasmettere e rappresentare le passioni, condannando l’opera lirica ad avere sempre meno rilevanza.
Al suo declino, però, fece da contrappunto l’ascesa della cartellonistica: fu un periodo d’oro per i manifesti operistici, merito sia dell’affinamento dei procedimenti di stampa che della bravura di artisti come Aleardo Villa, Adolfo De Carolis, Giuseppe Palanti e Leopoldo Metlicovitz.

Il primo Novecento fra Austria e Germania
La musica torna sotto le luci della ribalta con l’irrompere delle avanguardie. A cominciare dalla Secessione, una rivoluzione artistica, politica, sociale e culturale, che ha interessato l’area austro-tedesca.Per i suoi esponenti la componente musicale riveste un’importanza molto forte. E così, mentre la fascinazione per il compositore Franz Schubert si aggiunge a quella per Wagner e Beethoven, fioriscono le raffigurazioni allegoriche.

Il futurismo italiano
Il Futurismo diede molta importanza ai suoni. Lo possiamo leggere nel manifesto di Carlo Carrà o vedere in Fucina, studio di rumori di Julius Evola. Ma non solo. Russolo, ad esempio, oltre che pittore e incisore, fu anche compositore e ideatore di brani che prevedevano l’uso di “intonarumori”, macchine appositamente costruite per generare rombi, ronzii, crepitii, scoppi. Mentre Giacomo Balla progetterà e realizzerà una consolle con cui gestire le 76 combinazioni di luce colorata che sostituivano i ballerini, nella scenografia da lui ideata per un “balletto di sole luci” sulle note di Stravinskij.
Dal cubismo al purismo
Più che sulla musica o sui musicisti, il Cubismo e il Purismo si concentrano sugli strumenti musicali.I Cubisti ad esempio scelgono roviolini, chitarre e mandolini come temi di partenza per le loro opere. Inoltre, introducono nella pittura la dimensione del “tempo”, tipicamente associata alla musica.
Dall’esperienza del Cubismo discenderà il Purismo dove si auspica che “tutto in un’opera d’arte sia e sembri una risoluzione pura”. Il risultato? Opere che si presentano come vere e proprie architetture di oggetti, spesso strumenti musicali, costruite e impaginate secondo schemi armonici o modelli geometrici e matematici.
La nascita dell'astrattismo
All’astrazione pura si arriverà solo quando le avanguardie riscopriranno Johann Sebastian Bach.Il fascino esercitato dal puro nitore compositivo dei suoi contrappunti, l’idea di un’arte senza oggetto, la crescente rinuncia alla visualità, trovano riscontro nell’aspirazione della pittura a raggiungere l’immaterialità e l’astrazione delle sue fughe.
Anche col Neoplasticismo e la sua ricerca di razionalità e purezza formale si avverte la presenza importante della musica, in particolare nel rimando a ritmi visivi.

L'astrattismo internazionale negli anni Venti e Trenta
Nell’orchestra dell’astrattismo, nella sua ricerca di un confronto con la musica, il ruolo di primo violino spetta senza dubbio a Kandinskij. Se i titoli dei suoi dipinti riprendono spesso il lessico musicale, nei suoi saggi l’artista russo sviluppa il concetto di “opera d’arte monumentale”, costituita da colore, suono e movimento della danza.Se la struttura di un quadro di Kandinskij consiste in colori accostati oltre ogni principio noto di armonia, nelle composizioni di Schönberg l’assenza di distinzione tra linee e colori corrisponde a quella tra melodia e armonia. Tutto questo mentre Kupka prosegue le sue ricerche per arrivare a una pittura in cui la musica diventi modello per una liberazione definitiva dall’imitazione della realtà.
Il recupero della figurazione in Italia
Lo scoppio della Prima guerra mondiale porta al ritorno di forme espressive più tradizionali. E la musica continua ad essere un’ispirazione.In Italia lo si vede nelle tele di Armando Spadini, nelle nature morte con strumenti musicali di Piero Marussig o nello studio per il ritratto del violoncellista Gilberto Crepax di Anselmo Bucci. Ma su tutti si staglieranno Alberto Savinio e Gino Severini. Il primo è stato un caso unico di compositore, letterato e pittore capace di unire classicità e modernità, umano e animale. Il secondo riuscirà invece a far confluire Futurismo, Cubismo, armonie lineari neopitagoriche e un colore quasi matissiano in equilibrio perfetto: sintesi e conclusione ideale di questo viaggio nelle avanguardie.

La grafica
Come ogni grande concerto, anche la sinfonia di questa mostra termina con un bis, ovvero la ripresa di alcuni temi rielaborati con un diverso arrangiamento: quello della grafica.Dalle litografie di de Feure e Toulouse-Lautrec, alla copertina del poema lirico-musicale di Debussy, La demoiselle élue, di Maurice Denis. E poi ancora le illustrazioni per spartiti, o la ripresa di Beethoven: celebrato da Dario Neri e Giovanni Costetti, o sbeffeggiato dai dadaisti sulla copertina del loro “Almanach”.