Ci aspetta un 2021 di grandi mostre

19 Gennaio 2021

Ci aspetta un 2021 di grandi mostre

A Palazzo Roverella le opere di Marc Chagall rimarranno eccezionalmente fino a metà marzo. Poi spazio ad Arte e Musica e Robert Doisneau. A Palazzo Roncale, invece, dopo La Quercia di Dante arrivano I Teatri Storici. Ecco la ricca programmazione degli eventi espositivi che si terranno a Rovigo, a Palazzo Roverella e a Palazzo Roncale, nel 2021.

Non è stato semplice, ma ce l’abbiamo fatta.

Siamo riusciti a ottenere la proroga della mostra Marc Chagall. Anche la mia Russia mi amerà.

Grazie a un delicato lavoro di relazioni e alla reputazione sempre più solida che Palazzo Roverella sta acquisendo a livello nazionale e internazionale, i musei prestatori ci hanno consentito in via eccezionale di continuare ad esporre le opere di Chagall fino al 14 marzo 2021.

Ovviamente bisognerà fare i conti con le disposizioni in materia di riapertura di mostre e musei e con il colore della zona in cui il Veneto sarà collocato, ma questa è sicuramente una buona notizia per i numerosi appassionati che ancora non sono riusciti ad ammirare la grande monografica su Marc Chagall, una delle mostre più apprezzate del 2020 in Italia.

Anche La Quercia di Dante posticipa la chiusura. La mostraVisioni dell’Inferno, che con oltre 20 mila visitatori è la più visitata nella storia espositiva di Palazzo Roncale, continuerà a celebrare fino al 14 febbraio 2021 il Sommo Poeta. Un grande evento che raccoglie – in un viaggio dall’Ottocento ad oggi – le opere di grandi artisti come DorèRauschenberg e Brand, che si sono lasciati ispirare dalla Cantica più ricca di potenza evocativa: l’Inferno.

Le novità in arrivo

Cosa ci riserveranno i prossimi mesi?

A Palazzo Roverella, calato il sipario su Marc Chagall, la primavera sarà riservata ad Arte e musica. Dal Simbolismo alle avanguardie, un’esposizione che dal 1° aprile 2021 condurrà il visitatore dentro il racconto delle relazioni, degli intrecci e delle corrispondenze tra l’elemento musicale e le arti visive.

Alla fine del XIX secolo, in tutta Europa, si sviluppa un filone pittorico ispirato alle opere di Richard Wagner e nel 1902 la Secessione di Vienna dedica una mostra a Ludwig van Beethoven. Con l’arrivo delle avanguardie, poi, soprattutto dagli anni Dieci del Novecento, i suoni di Johann Sebastian Bach diventano modello e paradigma per la pittura di Vasilij Kandinskij, Paul Klee, František Kupka, Félix Del Marle, Augusto Giacometti e molti altri. Passando per il Cubismo, il Futurismo, il Neoplasticismo, fino al Dada e al Surrealismo, la musica si conferma un riferimento imprescindibile.

Esempi emblematici di “fusione delle arti” che creano una mostra-spettacolo di assoluto fascino e di vasto respiro che si muove tra la stagione simbolista e gli anni Trenta del Novecento.

Sempre al Roverella, l’autunno ci porterà alla ricerca degli attimi di felicità catturati nelle immagini di uno dei più popolari maestri francesi della fotografia: Robert Doisneau.

Dal 26 settembre 2021 al 31 gennaio 2022, Il fotografo parigino che ha immortalato il bacio più famoso del Novecento e l’autenticità delle emozioni umane, raccontando con un tocco ironico e leggero la città e i suoi abitanti, sarà il protagonista della originale monografica a lui dedicata.

Un racconto leggero, ironico, che strizza l’occhio con simpatia alla gente. Che diventa persino teneramente partecipe quando tratta innamorati e bambini.

I magnifici sette

Terminata La Quercia di Dante, da metà marzo, Palazzo Roncale approfondirà un’altra affascinante storia universale partita dal Polesine.

Ad aprire la stagione 2021 del Roncale sarà infatti la mostra Quando Gigli, la Callas, Pavarotti… I Teatri Storici del Polesine.

Protagonisti i sette Teatri Storici del Polesine – magnifici edifici, cuore di infinite storie – che la mostra racconta per immagini, suoni, testimonianze.

I sette teatri, tutti recentemente restaurati, sono il Sociale di Rovigo, il Comunale e il Ferrini di Adria, il Cotogni di Castelmassa, lo Zago di Loreo, il Ballarin di Lendinara e il Balzan di Badia Polesine. Qui debuttò Beniamino Gigli, qui cantò, appena trentenne, Luciano Pavarotti, e poi Antonio Cotogni, Maria Callas, Renata Tebaldi, Giulietta Simionato… senza dimenticare Katia Ricciarelli, figlia di queste terre.

La mostra andrà a rileggere le storie di questi teatri, spesso contrassegnate da fortune alterne. Celebrando i momenti in cui i pochi denari e la molta competenza hanno spinto i gestori a puntare su giovani cantanti di cui hanno prima di tutti intuito le potenzialità.

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