4 Giugno 2024
Maestro del suo tempo
Non solo pittura
Il genio creativo di Toulouse-Lautrec, però, oltrepassa la pittura.
Egli fu anche un pioniere nel campo della cartellonistica pubblicitaria, trasformando gli annunci commerciali in opere d’arte iconiche che ancora oggi catturano l’immaginazione del pubblico. I suoi manifesti audaci e accattivanti, che pubblicizzavano eventi e spettacoli a Montmartre, gli valsero rapidamente fama e riconoscimento come uno dei più grandi maestri della sua epoca.
HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC, Confetti, 1894, litografia policroma su carta, Strasburgo, Musée d’Art moderne et contemporain
Tra linee audaci e colori vibranti
Beveva molto e disegnava molto. Spesso in diretta: per cogliere al volo i movimenti sfuggenti di una ballerina, di un cliente… Faceva i suoi schizzi sul momento e poi, con calma, nel suo studio, ne traeva delle opere, che si distinguono spesso per la scelta di punti di vista inconsueti, decentrati, per un uso del colore steso a zone piatte, per il gusto, di ritrarre le persone in movimento.
E se le sue illustrazioni sui giornali non ebbero grande successo presso i lettori, con i manifesti il suo genio venne riconosciuto immediatamente come quello di un maestro, capace di trasformare la cartellonistica in una forma d’arte.
Saranno i manifesti, infatti, più che la pittura, a dargli la fama in vita: già il primo, realizzato per l’apertura del Moulin Rouge, è rivoluzionario. Quattro colori, prospettive accorciate, una brutalità e una energia mai viste prima. Addio alle solite scenette idilliache: Toulouse-Lautrec afferra l’osservatore e lo trascina nel ventre della bestia. Lo spinge in prima fila, sul parquet dove stanno danzando le ballerine, e lo fa con un linguaggio crudo e innovativo.
HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC, Aristide Bruant dans son cabaret, 1893, litografia policroma su carta, Chaumont, Le Signe, Centre national du graphisme
La litografia
Utilizzava la tecnica della litografia che ben si prestava allo stile sintetico e lineare delle sue opere. Inventata nel 1796 a Monaco da Aloÿs Senefelder e basata sul principio di repulsione tra acqua e sostanze grasse, la stampa consisteva nella preparazione di una matrice calcarea in cui Lautrec eseguiva i suoi disegni utilizzando una matita grassa che restituiva perfettamente il segno fluido, vivo e stilizzato.
Le sue litografie si componevano di tratti scuri che racchiudevano campiture con giustapposizioni di toni vivaci, traendo ispirazione dalle stampe giapponesi, così come dall’arte nipponica provenivano le tinte dalle sfumature sottili, lontane dai colori elementari solitamente utilizzati nei manifesti dell’epoca. Alcune aree erano lasciate vergini e altre trattate a spruzzo, schizzando il colore sulla pietra e utilizzando le setole di uno spazzolino precedentemente immerso nell’inchiostro.
In un primo momento Lautrec preparerà le litografie con studi disegnati e dipinti, ben presto però gli studi preliminari si faranno meno precisi e forniranno essenzialmente indicazioni e punti di riferimento a partire dai quali Toulouse-Lautrec, a mano libera, senz’altro documento che la sua memoria o la sua fantasia, disegnava la pietra.
Era dunque in grado di attingere alla memoria visiva e ai suoi schizzi per disegnare direttamente a matita sulla pietra litografica, senza riprese né pentimenti, fugace e veloce come il tempo che stava vivendo.